sabato 12 settembre 2009

AHAHAHAHAHAH...HA!



Aaaaahahahahah...
Di Pietro...uhuhuhuhuh...
ha presentato un esposto (ahahahahah) contro Il Giornale (buuaahhahahah)...
per stanare il furbacchione che ha pescato negli archivi giudiziari il documento che ha inchiodato Boffo...
passandolo, poi, a Feltri...
hhhhhh hahahahahah!
Oddio, mi sento male...

venerdì 11 settembre 2009

mercoledì 9 settembre 2009

Attaggàti al tag: ma come, scrivi i post e non metti i taaaags? Devi mettere i tags altrimenti i taggatori non ti taggano.

Iieeeeh! Ho fatto l'esame. E'andata. Sò cuntent'! Appena ho detto al prof. che il suo esame era un debito che dovevo recuperare, perchè volata da lingue a giornalismo, apriti cielo. Ogni frase cominciava con: "Se lei diventerà giornalista...". Ad un certo punto mi son messa a ridere, perchè non capivo se fosse un malocchio o un augurio. Proprio ora poi che la passione va scemando. Ogni tanto mi viene in mente che potrei fare la muratrice con la cannottiera bianca a costine o aprire un bel negozio o fare la massaggiatrice o andare a fare in culo in America. Eeeeh, il ventaglio è ampio...praticamente è na pala eolica, ma con più pale.
Oggi il mio Vittorio preferito ha scritto una frase che mi si è sistemata nel cervello, liscia come un'oliva: " E, come si sa, chi è affrancato dal bisogno tiene di più alla libertà che alla cadrega". Poi parla di gente che lo vorrebbe far fuori. Ma non scherzare va, Direttò, ché mò piango. Se te ne vai tu, il dibattito mediatico si attacca al...tram. E va af...farsi benedire. Nessuno tocchi Vittoriuccio, amore della mamma! Creo un aforisma per te: "L'unico intoccabile è colui che garantisce che nessuno sia intoccabile". Io lo so perchè dici una cosa e poi sei costretto a giustificarti con il mondo intero.
Certo, che perdita di tempo. Ho capito perchè la verità non si può dire. Perchè nessuno la vede, nessuno la riconosce. Sono tutti abituati a trascinarla sul piano personale. Faccio un esempio stupidissimo: io e le mie amiche siamo andate a giocare a bowling. Due partite, le ho vinte entrambi, per fortuna, entusiasmo, perchè buttavo giù i birilli con la telecinesi, nsè sa. Quando abbiamo riportato le scarpine al tizio, mi ha detto: "Stanca?" (perchè faceva un pò caldo là dentro). Io ho risposto, sorridendo: "Mah, sarà che ho vinto e quindi...". Addio!
A: "Eh, ma che stronza!".
Io: "ma perchè, scusa, è la verità".
A: "SILENZIO".
Forse avrei anche dovuto raccontare di quando in sala giochi, alla guida di un simulatore di automobile, mi schiantavo su ogni superficie verticale esistente, tanto che alla fine ho messo il cambio manuale, per schiantarmi con gusto. Così pareva meno brutto?
Niente, la distinzione tra opinione e verità è un optional!
Allora se dici che Fini ha espresso concetti che strizzano l'occhio semantico a sinistra, lo stai facendo per attaccare Fini. Ma che cosa boia di un cane c'entra? Cosa? E' vero che Fini ha detto quello che ha detto e ha fatto quello che ha fatto? Sì. Ergo, chiuso. Le parole sono dette dalle persone (con questa mi candido ufficialmente al Nobel), ma perchè non si possono valutare solo le parole, senza voler distruggere la persona? Allora stiamo tutti zitti, non lo so. Autolobotomizziamoci. Magari ce ne fosse bisogno.
Uh, vieni a fare il mimo con me, Vittò? Così, per impiegare il tempo, mentre aspettiamo che alla Presidenza della Camera venga eletto Charlie e parli attraverso una radio. Poi, insomma, Fini è un uomo di Stato, mica Ettorino lo scaldavivande. Se ha qualcosa da dire, si presume che ci pensi bene e sia cosciente di non essere mezzo uomo e mezzo unicorno, prima di sputacchiarla fuori. Oddio, che ho detto. Ho paura. Eh, vedi? Mica come me.
E se critichi gli avversari sei un killer e se critichi gli alleati sei uno stronzo e se ti critichi da solo sei un babbione. Il problema è non saper fare a meno di pensare.
Aaa Feltri, viè qua. Parliamo del tempo e delle mezze stagioni che non ci sono più. E preghiamo la Madonna che Giuliacci non s'incazzi!
Che idiozie.
Io mi sento al centro, talmente al centro che se non avessi visto Casini, completamente ringiuggiolito, indossare la maschera delle fatine Winx della figlia, lo voterei. Il mio è un centro che non esiste, in realtà. E' il centro di una persona che esamina le questioni una per una, non che dice a priori "ho tutte queste opinioni, perchè lo schieramento politico a cui appartengo ha tutte queste opinioni e quindi mica posso ragionare. Sssseeee, domani è festa!".

Per ogni situazione esiste una soluzione oggettiva. Si chiama "cosa giusta".
Qualcuno mi disse: "Io voglio scrivere che secondo me l'eutanasia è omicidio, perchè la vita è sacra e nessun essere umano può disporne". Io risposi: "devi prima stabilire un concetto fondamentale e cioè che cosa si intende per vita, sennò è inutile che ti stai impegnando". Lui ha fatto una pausa e poi ha detto: "sì, ma io voglio scrivere che secondo me l'eutanasia è omicidio, perchè la vita è sacra e nessun essere umano può disporne". Che fai, gli apri il cranio?
Ecco, se penso che questo è il minimo, mi vengono i brividi. Se penso che c'è gente che deve rispondere sempre e comunque a prescindere, senza ascoltare, perchè gli pesa troppo il culo pure per muovere un neurone e provare a capire, io me ne andrei.
Tant'è che me ne vado.

venerdì 4 settembre 2009

Mad lips...my way

Sono Calimero, sono piccolo e nero, vivo qui sul mio pero e mi bevo lu miero, col cappello del Pampero che mi ha dato il buon torero, per la man di un buon dinero vedo tutto e niente spero, sono triste per davvero perchè voglio solo il vero, sennò meglio il cimitero ad accenderti un bel cero che ti salvi per intero, io ci vado con Gualtiero che conosce già il sentiero, pure meglio di Giampiero, un tantino mattiniero, tutto è trovar questo maniero per poter dir anche io c'ero al fianco del miglior sparviero, figlio di Lei e del guerriero volati via sul bel veliero, dentro il sogno del mistero, affidando allo scudiero, che lo serbi nel pensiero, quel che resta dell' impero.
Conta i giorni menzognero, ché la morte è un uomo fiero, sempre in sella al suo destriero, col suo bacio mesce il siero che a te stesso ti farà straniero.

mercoledì 2 settembre 2009

Andate... verso la luce

No, vabbè, ma basta. Eccheccazz', basta! Direi che il periodo di cautela è finito. E' durato assai.
Tiè, lo stavo aspettando...anche Massimiliano Parente ha scritto su Il Giornale, ma, atto di gravità immane, tiene pure lui il profilo su Facebook! Maledizione! Ma che uomo contronatura sei, ma ritirati, ma vattene va!... XD ...scherzo, I love you, non te ne andare! Ho coniato un nuovo slogan: O Parente o niente! (E fu così...). Pppsss, Massimilià. Ho scambiato tempo fa due parole con un amico tuo, tale Iannozzi, sul suo sito. C'era pubblicata una tua intervista e non ho saputo resistere. Mi ha cassata! Non poi capì le risate! Cccomunque, ti avevo invitato a mangiare una pizza. Se sarà il caso di mangiare...
Uh, sono proprio contenta! Mi sa che ho scoperto un talento. E' una bellissima sensazione quella di trovarsi davanti ad una persona che sta al posto giusto. Bella, quanto rara. C'è un ometto al Tg3 regione Puglia che mi piace troppo. Si chiama Sergio De Nicola (steev').
Madò, è bravo. Mi piace molto: caruccio, distinto, faccina pulita e sorriso aperto, fra l'altro, ti lega le notizie in una maniera, che il ponte Calabria-Sicilia gli fa un baffo!(l'operazione "raffiniamoci" continua!). Bah, niente, così. Secondo me, farà strada. Io sono fan!
Mentre mia madre vorrebbe accasarmi con un tipo allucinante che sul profilo di Facebok... ha scritto (sul serio) sotto la colonnina di "E' fan di": al primo posto "se stesso". Roba che stavo per scaraventare il pc dal 16° piano, perchè qui a Taranto vivo al 16° piano e mi piace un sacco. Mentre il mio mentore sommo esce in dvd a braccetto col Corriere della Sera (La scienza spiegata da Piero Angela, mica l'ultimo squinternato liberato a torto dalla casa del grande bordello), si consuma quella che ribattezzo orora La Boffonata.
Oh, per tutte le stelle marine stampate sul muro. Non avevo dubbi particolari sul fatto che Feltri fosse un genio (oltretutto, Direttò, da 330 mila e rotte a 347.234 copie in un giorno, non briciole da aspirabriciole. Si starà leccando le caviglie, I imagine). Per me, l'ultimo giornalista di una generazione ormai estinta.
Alzi la mano chi ha dimenticato che gli uomini di chiesa sono UOMINI. Io no. Mai. Forse loro stessi sono i primi ad averlo obliato, per dirla con Totò. A questo punto dovrei andarmi a coricare, ma modestamente continuo.
Insomma, peccano. UuuUUhhh!
Avevo pronto un titolo: "Vendesi Vaticano". Mi metto volentieri a cercare un acquirente, hai visto mai che si possa cominciare ad essere anche noi un paese normale.
Chiediamo alla Queen of England se ci leva dall'impiccio. Si accetta un pagamento in infinite, comode rate di nebbia.
E' questo che io chiamo uno scambio equo: nebbia cerebrale per nebbia naturale.
C'è del contorto, peraltro, nel reato di Boffo. Molestie alla moglie dell'amante gay. Mazza, che giro. Toh, l'ammenda è stata pagata in data 7 settembre 2004. Il giorno del mio compleanno. D'altronde, 7 è il numero di Dio. Quale miglior beffa, caro Boffo.
Eppure, non lo so. Io non mi stupisco. Sarà che ci vuol poco. Alla fine, basta parlare con qualcuno scappato con le gambe à la Flash da un seminario. Eeeh, hai voglia a monnezza e sudiciume.
E qualcuno mi prese anche per rincoglionita, quando gli scrissi: "Ad una come me, che crede che la chiesa abbia solo la cupola più grossa di tutti (ah, l'inestinguibile gara a chi ce l'ha più grosso) non suona strano."
Come se non sapessi di che stavo a parlà. Ah, meno male. Che sapore ha l'attesa di Boffo, adesso? Bisogna vedere se si riuscirà a spedire tutto nel dimenticatoio e in fretta. Altrimenti, se chi deve decidere deciderà, qualche poltrona salterà. E trallallero e trallallà. Intanto, dimissioni presentate dal Dir. dell'Avvenire e respinte da Bagnasco, che incassa anche la fiducia del Papa. Si vedrà.
Dio è Dio. La chiesa non c'entra nulla. La chiesa è una cosa fatta dagli uomini, per gli uomini, con gli uomini. E chi si scandalizza perchè ce la si ritrova imperfetta e, quasi sempre, sessosa a intervalli regolari, non ha capito una cippa. Scrissi in un mio articolo mai pubblicato: "Superata da un discreto numero di secoli l’idea medievale di un Dio fustigatore e severo, sarebbe forse il caso di rendere giustizia al caro Illuminismo, istituendo il diritto dei sacerdoti ad optare per il celibato o per il matrimonio. Durante i primi mille anni del Cristianesimo i sacerdoti erano sposati; fu Papa Gregorio VII tra il 1073 e il 1085 a decretare che i preti non dovessero unirsi in matrimonio. Da questo momento in poi, l’unica legge ad imporre il celibato è stata la tradizione. Mi chiedo: come possono uomini a cui non è concesso sposarsi e formare una famiglia, proporsi come pastori spirituali della nostra società? Come è possibile che i sacerdoti siano incaricati di educare e consigliare uomini e donne prossimi a contrarre il sacro vincolo del matrimonio, se non hanno la più vaga idea di che cosa significhi vivere la realtà quotidiana della vita coniugale? L’uomo ha sempre imparato dal passato, dal suo vissuto: riguardo a ciò di cui non si ha esperienza bisognerebbe tacere." Lo penso ancora.
I cristiani veri (e voglio dire cristiani, non cattolici) non stanno tutti a messa la domenica. Lì ce ne sono pochi.
I cristiani veri sono quelli che vivono quotidianamente e praticamente l'insegnamento della fede, in silenzio, quelli che fanno, senza proclami. Ogni (mò ci vuole) santo giorno. Non è per riportare tutta la Bibbia, ma il verso 14 dell'Apocalisse recita: "Beati. Cosi ci chiama il Signore. Cosi Egli chiama coloro che mettono in pratica la Sua parola. Non coloro che l’ascoltano o che la predicano, ma coloro che la mettono in azione. Quelli che applicano la Parola di Dio nella propria vita e che in Essa confidano contro ogni “consiglio” che arriva dagli uomini. Dio desidera che noi possiamo praticare la Sua parola ogni giorno."
Il resto sono in gran parte chiacchiere e uomini mandrappati, di belle parole e brutte speranze. Alla fine della Bibbia viene prescritto di non aggiungere o togliere nulla alla Parola di Dio, perchè nel libro è già presente tutto ciò che si ha bisogno di sapere. Eh, qualcuno di buona volontà glielo vada a dire.
Gira parecchio l'espressione "salire in cattedra" in questi giorni. Ecco. A parte denunciare la deludente mancanza di fantasia, io direi che proprio dove c'è cattedra, non c'è senso cristiano. Chi punta il dito, fa con la mano quasi una pistola.
Scendete, ché la voce alta non fa per voi. Meglio i meschini bisbigli.
Penso a chi ancora aspetta il Messia. Penso che dovrà farsene una ragione e preparare il santino di Superman o di Berlusconi. Quella atavica "fame" di Obama racconta niente? A me ha detto molto.
Ezra Pound scrisse: "È difficile scrivere un paradiso quando tutte le indicazioni superficiali indicano che si dovrebbe scrivere un’apocalisse. Risulta ovvio trovare abitanti per l’inferno o per il purgatorio."
Non si salva chi non vuole salvare se stesso.
Non credo che Gesù Cristo si lascerà prendere per il culo un'altra volta.


lunedì 24 agosto 2009

Io volevo fare il mimo...

No, allora. Qualcuno potrebbe gridare al miracolo. Per una volta, ho deciso: sarò cauta. Sento già San Tommaso che mi viene a citofonare. La verità è che il tema mi sta a cuore, appena un pelino meno della persona attorno alla quale ruota. Penso: meno male che nessuno mi si fila di pezza, faccio e dico quello che voglio. Ricordo di aver sentito da qualche parte che il segreto della vita è "dance like nobody's watching". Bello. Aggiungerei "write like nobody's reading" e andiamo bene. That's the way I like. Mi sa che si nota di più. Si vede che sono stata in America da poco. Questa è un'altra storia. Sarà.
Insomma, è lunedì. Lunedì 24 agosto, San Bartolomeo apostolo. Tutto regolare, la spiaggia si è un pò svuotata, il caldo ti apre in due come una cozza (è il tunnel dell'umorismo marinaro), il mare è una cosa favolosa, Vittorio Feltri scrive su Il Giornale il suo terzo editoriale come Direttore fresco di inchiostro...RI-preso. EEEhh?? No, niente. Non è successo niente. Chi ha detto cosa? Nulla, è un ologramma.
La sabbia scotta, i soliti pesciolini mordicchiano come a voler dire "e muoviti, brutto sarchiapone", il sub si veste: muta con cappuccio, tuta mimetica da sopra, le bombole dell'ossigeno, un kit portatile e subacqueo per la rianimazione, il polipo finto per fare da esca al polipo vero, la fiocina, l'uccellino con la maschera e il boccaglio che gli canti qualcosa sennò si annoia e un pezzo di parmigiana d'emergenza, il tutto per rimanere in mare la metà di me, anche Davide Giacalone ora scrive su Il Giornale...AAaah?? Sentito niente? Chi?
No, è un'impressione.
Ieri ho ripreso a studiare. Psicologia cognitiva, dopo essermi scervellata e aver fatto sondaggi a destra e a manca per capire la possibile utilità di questa materia in una caspitina di laurea specialistica in giornalismo (qualcuno mi ha detto che mi ha trovata più "vaffinata". Flash nel mio cervello: petrolio in una coppa di champagne. C'ho messo un quarto d'ora a scrivere "caspitina", ma perchè deluderli). L'unica ragione che mi è balzata in testa è stata che, con tutti i pazzi fulminati che girano, m'è andata bene che non mi abbiano dato come debito una "leggera" deviazione verso la specializzazione in psichiatria.
E invece ho già imparato qualcosa, oltre ad aver compreso che i pregiudizi sono estremamente stupidi e limitanti. Ho appreso che Lazarus associava l'emozione della speranza al seguente tema relazionale nucleare: temere il peggio ma volere il meglio. Bhè, mi è piaciuto molto. Finalmente una definizione non assoluta e sbilanciata della speranza, ma sette parole di realtà in fila. Solitamente, la speranza si assimila all'illusione, concepita come un sentimento solo positivo, al limite dell'ingenuo, del ridicolo. Come la vuole Lazarus mi pare meno vano. Concordo.
Il cielo è ancora blu, anche Renato Farina ora scrive su Il GiornaleMa come passa in fretta il tempo, mamma mia. Vola proprio. L'estate sta finendo, un anno se ne va, sto diventando grande, lo sai che non mi va. Fra due settimanelle verrò risucchiata nei miei 26, scavalco il cucuzzolo della collina e davanti ho la discesa verso i 30. Se non mi stesse giusto, giusto venendo voglia di suicidarmi, scriverei che anche Francesco Forte ora scrive su Il GiornAAAAAAAAAAAAHH! Tanti auguri a meeeeee, tanti auguri a meeeeeee, LA LA LA LA LA LA!!
Ah, piccolini. Però, che tenerezza. Tendernessss, come la pubblicità della carta igienica.
Il problema vero è...? Il problema vero è che io leggevo Libero. Come tutte le cose della vita, non poteva essere preso integralmente, ma il meglio era un gran bel meglio. Il problema vero è che io amavo Libero e l'idea che lo sostanziava. Il problema vero è che Belpietro non c'entra un emerito niente certificato. E' bravo, ma lì non fa "clic".
Il problema vero è che spacciare una faccenda di soldi, potere, posizioni che pare de sta nel Kama Sutra del giornalismo, walzer di uomini da piazzare in cariche strategiche PER un tuffo dal trampolino dell'opportunità nel mare della vita, è una stronzata! Peggio, è falso.
Battuta della mitica nonna Nina (praticamente il mio idolo):
Antefatto: Esiste quaggiù, nella mia adorata Terronlandia, un gratta e vinci che si chiama "Tuffati nell'oro". La nonna Nina lo compra spesso per giocare, per divertimento, perchè no, per vincere.
La sua vecchia vicina di casa, un'amica mezza nemica, un tantino acida e antipatica solo a ore pasti, tenta anche lei la Fortuna con la sua occasione da un soldo. Ma non vince.
La nonna Nina seppellisce il tutto con un caustico: "E s'è tuffata 'ntra stu cazzu!".
Morale della favola (aaabbè, morale mò...altro che bestemmie), domani andrò in edicola a comprare Libero. Cioè, volevo dire Il Giornale. Cioè, volevo dire Libero. Cioè, volevo dire Libero che ora si chiama Il Giornale. Eh, ma lo stile dei caratteri è diverso. Eh, ma è sparito il rettangolo blu scuro che faceva da sfondo al nome della testata. Eh, ma pure il prezzo è cambiato, ma è lo stesso.
Eh, ma il padrone...

giovedì 23 luglio 2009

Chi si ferma...si ritrova. Forse...

Comincio con una domanda, che fa tanto dialogo interpersonale. Diciamo che oggi mi sento socievole. Siete mai rimasti appiedati in autostrada? Siete mai rimasti "strachiantati" sul far della notte, costretti a dire pure grazie alla fortuna, perchè planati sulla corsia di emergenza, con l'alternatore della batteria della macchina che dice: NONEEEEEEEEEEE?
Benvenuti nel mio viaggio di ritorno a casa. *****************************************************************************
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(Serie di parolacce irripetibili che lascio alla vostra immaginazione: fate voi, ché la fantasia aiuta sempre).
Poveri noi, profughi abbarbicati alla colonnina dell'SOS, unica speranza il pulsante con la chiave inglese (?), a lanciare un Save Our Souls che 'stavolta non basta. Chissà quando basterà.
Attendiamo il carrattrezzi, che ci recuperi dal pizzo dimenticato di mondo in cui l'indispensabile ha scelto di fermarsi.
Con la testa fuori dal finestrino, all'insù, ringrazio con un sorriso il buio per avermi lasciato almeno le stelle da guardare. Milioni a farmi compagnia, la viva pace dell'universo consola come poche altre cose conosciute.
I telefoni fremono, in mezz'ora di chiacchiere varie, poi qualcosa si muove. Qualcuno arriva: un tipo strafatto di Dio solo sa cosa, che tira su col naso come un indemoniato. Siamo certamente in buone mani. Quelle di Dio che ci ha mandato un indemoniato. La pietà non è di questo mondo, per me, nulla più di una conferma. Fa tutto lui e la dignità di uomini si scioglie come ghiaccio al sole della necessità. Quando incontri una persona che ha bisogno d'aiuto, pensa prima a quando ne avrai bisogno tu. E' una buona regola, forse per questo nessuno la segue, mai.
Gentilmente ci minaccia di lasciarci con l'auto in panne in mezzo ad una strada (poi si rifarà, mi shkuso per l'eventuale equivocabile). Poi, l'hotel.
Non mi spiego come ci si possa arrendere a non decidere. Ci vuole l'ingenuità degli altri per capire la propria, perchè fuori di te, se l'hai davanti agli occhi, la vedi e allora la riconosci.
Passa una notte quasi insonne, la rabbia non mi lascia andare e mi dimentico anche di poter contare le mie stelle.
Se dici la verità sei maleducato. Se sei sincero, di solito, non capisci niente. Probabilmente è vero, se per capire intendi non capire, se per capire intendi stare al mondo. Io non ci sto al mondo, non così. Peccato questo sia quasi l'unico che abbiamo e per uscirne non basterebbe il viaggio più lungo. Resto comunque fuori, chiudete pure la porta, non mi offendo. Stare dalla parte giusta è una maledizione, se sei solo, puoi star certo di avere innanzi la retta via.
Si può riuscire a cambiare una persona? Forse puoi scansarti un momento e far sbirciare un poco la vita tua, tornerà indietro.
Fa un caldo totale, di quelli che ti spolpano in piedi. La sorte, che non perde occasione per fare della sana ironia, ti sbatte tra gente troppo lontana e, forse proprio per questo, hai la sensazione che ti sia sempre troppo vicina. La sorte, dicevo, ti mette accanto ad una trattoria che si chiama "Il gatto nero" e se la gode attraverso i suoi occhi gialli, la tua passione. Chissà quante risate.
Continuo a parlare e sono stanca di non stancarmi mai. Scelgo me. Sceglierò sempre me.
Fisso dritto lo sguardo del destino, lui fissa me, come a dire: "e ora che fai?".
"Credevo di essere stata chiara: chiudi quella fottuta porta".

sabato 4 luglio 2009

300

Buongiorno a nessuno.
Avverto, mettendo le mani avanti, perchè è sempre meglio che metterle indietro, che questo post potrebbe risultare "lento". Di fondo c'è che scrivo senza motivo, solo per rispondere ad una domanda appena nata: "Ma chi lo legge, questo blog?" e soprattutto "Lo leggono o ci si infrangono per sbaglio?"
Una volta ogni tre mesi mi ricordo di averlo, aperto qualche tempo fa su ordine del Prof.
Poi consulto il mio profilo completo e vedo "300 visite". Bah!
Ma 300 visite di chi? Perchè? Chi siete? Manifestatevi!
Io non tengo un blog. Io non scrivo su un blog. (Se qualcuno legge ora, penserà: "eehmm, lo stai giusto facendo"...furbacchioni, il web è una foresta zeppa di faìne).
C'è chi si è spinto a dire che, non avendo un'identità informatica, io non esisto. [Uuuuuh, mi sono ricordata! La giustificazione addotta fu "esse est percipi" che, per voi ruminanti nei campi sterminati dell'ignoranza, significa "essere è l'essere-percepito", sintesi, se non altro sintetica, dell'immaterialismo di Berkeley. Tutto l'essere di un oggetto consiste nel suo venir percepito, prospettiva intrinsecamente soggettiva, rigorosamente sottoposta a quella Diocentrica (detto in spicci: l'uomo mastica quello che Dio gli concede, imboccandolo). Ciò detto da un uomo convinto anche del fatto che la filosofia fosse mera "ancilla theologiae", buona solo a rifare il trucco alla religione. Questo, per me = orticaria. NO, ma grazie. Con Nietzsche, di cui sotto, lo si sarebbe potuto esorcizzare, mannaggia alla sistemazione cronologica dei secoli. Parliamo di un empirista confuso al punto di negare l'esistenza della materia: dicendogli "atomo", lo si sarebbe potuto lasciare stecchito. Negava l'esistenza di una sostanza materiale perchè non deducibile dall'esperienza...Scusi, George (al/la primo/a che pensa Clooney, je meno), ma una serie di quelle sue percezioni lassù, tante di quell'unica azione che consente alle cose di essere riconosciute come ESISTENTI, lei, come la chiama? Aggiungo che pensava di Newton che fosse un clown birbone, il quale stava a fare la supercazzola a tutti col cestino della frutta e con questo, direi, che abbiamo finito. Ma proprio finito.
Cito Luigi Pirandello perchè lo amo, perchè il suo modo di spiegare la percezione è più bello e generoso, ha l'anima, è più romantico, perchè sarà che non esisto ma voglio esistere solo per chi vuole che esista, fiera di esistere solo come un oggetto secondo Pirandello e, col mio gesto, convalido la sua teoria: "Certo un oggetto può piacere anche per se stesso, per la diversità delle sensazioni gradevoli che ci suscita in una percezione armoniosa; ma ben più spesso il piacere che un oggetto ci procura non si trova nell'oggetto per se medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d'immagini care. Né noi lo percepiamo più qual esso è, ma così, quasi animato dalle immagini che suscita in noi o che le nostre abitudini vi associano. Nell'oggetto, insomma, noi amiamo quel che vi mettiamo di noi, l'accordo, l'armonia che stabiliamo tra esso e noi, l'anima che esso acquista per noi soltanto e che è formata dai nostri ricordi."
Tratto da "Il Fu Mattia Pascal".]
Non ci sono su Facebook. Dopo una breve parentesi, non ci sto su nessun social, meeting, trombing, chatting network. Ho solo msn per la mia migliore amica e i colleghi di università.
Se non ci sei, non esisti.
Dunque, 300 click appuntati sul nulla. 300 inesistenti visitano l'inesistente. Mai un commento, non una parola. E' un scroscio di zeri in sequenza accanto a quella voce: Nietzsche direbbe che siamo in democrazia.
Magari, non ve ne frega niente, che è esattamente la ragione per cui non ho un blog, nonostante le ingannevoli apparenze. Oppure vi affidate ad un classico: "E che devo scrivere?" Neanche un "bleah", che ne so, un attestato di schifo. Sono egocentrica, forse.
Io non scrivo per me, i 300 leggono per sè. Sssssccchhhh, è un segreto.
Ma allora, in pratica...a che serve? Sono io ad avere il pallino dell'utilitarismo esasperato o la blogosfera è solo un ammasso di persone che si scrivono addosso? Oddio, mi scappa, apro un blog.
Per la miseria, ce l'ho persino io il blog. Io che non esisto. Dopo questo post, ho paura di aver avviato pure il blog sul blog, è il metablog, mi ci vorrà il metaio.
Sarò l'eccezione, sarà che sono solo massa nella media massa. Eppure, c'è chi esiste meno di me.
Di sicuro, ormai, c'è rimasta solo l'inutile regola.
E l'antiregola: chiuderlo, il blog.