lunedì 24 agosto 2009

Io volevo fare il mimo...

No, allora. Qualcuno potrebbe gridare al miracolo. Per una volta, ho deciso: sarò cauta. Sento già San Tommaso che mi viene a citofonare. La verità è che il tema mi sta a cuore, appena un pelino meno della persona attorno alla quale ruota. Penso: meno male che nessuno mi si fila di pezza, faccio e dico quello che voglio. Ricordo di aver sentito da qualche parte che il segreto della vita è "dance like nobody's watching". Bello. Aggiungerei "write like nobody's reading" e andiamo bene. That's the way I like. Mi sa che si nota di più. Si vede che sono stata in America da poco. Questa è un'altra storia. Sarà.
Insomma, è lunedì. Lunedì 24 agosto, San Bartolomeo apostolo. Tutto regolare, la spiaggia si è un pò svuotata, il caldo ti apre in due come una cozza (è il tunnel dell'umorismo marinaro), il mare è una cosa favolosa, Vittorio Feltri scrive su Il Giornale il suo terzo editoriale come Direttore fresco di inchiostro...RI-preso. EEEhh?? No, niente. Non è successo niente. Chi ha detto cosa? Nulla, è un ologramma.
La sabbia scotta, i soliti pesciolini mordicchiano come a voler dire "e muoviti, brutto sarchiapone", il sub si veste: muta con cappuccio, tuta mimetica da sopra, le bombole dell'ossigeno, un kit portatile e subacqueo per la rianimazione, il polipo finto per fare da esca al polipo vero, la fiocina, l'uccellino con la maschera e il boccaglio che gli canti qualcosa sennò si annoia e un pezzo di parmigiana d'emergenza, il tutto per rimanere in mare la metà di me, anche Davide Giacalone ora scrive su Il Giornale...AAaah?? Sentito niente? Chi?
No, è un'impressione.
Ieri ho ripreso a studiare. Psicologia cognitiva, dopo essermi scervellata e aver fatto sondaggi a destra e a manca per capire la possibile utilità di questa materia in una caspitina di laurea specialistica in giornalismo (qualcuno mi ha detto che mi ha trovata più "vaffinata". Flash nel mio cervello: petrolio in una coppa di champagne. C'ho messo un quarto d'ora a scrivere "caspitina", ma perchè deluderli). L'unica ragione che mi è balzata in testa è stata che, con tutti i pazzi fulminati che girano, m'è andata bene che non mi abbiano dato come debito una "leggera" deviazione verso la specializzazione in psichiatria.
E invece ho già imparato qualcosa, oltre ad aver compreso che i pregiudizi sono estremamente stupidi e limitanti. Ho appreso che Lazarus associava l'emozione della speranza al seguente tema relazionale nucleare: temere il peggio ma volere il meglio. Bhè, mi è piaciuto molto. Finalmente una definizione non assoluta e sbilanciata della speranza, ma sette parole di realtà in fila. Solitamente, la speranza si assimila all'illusione, concepita come un sentimento solo positivo, al limite dell'ingenuo, del ridicolo. Come la vuole Lazarus mi pare meno vano. Concordo.
Il cielo è ancora blu, anche Renato Farina ora scrive su Il GiornaleMa come passa in fretta il tempo, mamma mia. Vola proprio. L'estate sta finendo, un anno se ne va, sto diventando grande, lo sai che non mi va. Fra due settimanelle verrò risucchiata nei miei 26, scavalco il cucuzzolo della collina e davanti ho la discesa verso i 30. Se non mi stesse giusto, giusto venendo voglia di suicidarmi, scriverei che anche Francesco Forte ora scrive su Il GiornAAAAAAAAAAAAHH! Tanti auguri a meeeeee, tanti auguri a meeeeeee, LA LA LA LA LA LA!!
Ah, piccolini. Però, che tenerezza. Tendernessss, come la pubblicità della carta igienica.
Il problema vero è...? Il problema vero è che io leggevo Libero. Come tutte le cose della vita, non poteva essere preso integralmente, ma il meglio era un gran bel meglio. Il problema vero è che io amavo Libero e l'idea che lo sostanziava. Il problema vero è che Belpietro non c'entra un emerito niente certificato. E' bravo, ma lì non fa "clic".
Il problema vero è che spacciare una faccenda di soldi, potere, posizioni che pare de sta nel Kama Sutra del giornalismo, walzer di uomini da piazzare in cariche strategiche PER un tuffo dal trampolino dell'opportunità nel mare della vita, è una stronzata! Peggio, è falso.
Battuta della mitica nonna Nina (praticamente il mio idolo):
Antefatto: Esiste quaggiù, nella mia adorata Terronlandia, un gratta e vinci che si chiama "Tuffati nell'oro". La nonna Nina lo compra spesso per giocare, per divertimento, perchè no, per vincere.
La sua vecchia vicina di casa, un'amica mezza nemica, un tantino acida e antipatica solo a ore pasti, tenta anche lei la Fortuna con la sua occasione da un soldo. Ma non vince.
La nonna Nina seppellisce il tutto con un caustico: "E s'è tuffata 'ntra stu cazzu!".
Morale della favola (aaabbè, morale mò...altro che bestemmie), domani andrò in edicola a comprare Libero. Cioè, volevo dire Il Giornale. Cioè, volevo dire Libero. Cioè, volevo dire Libero che ora si chiama Il Giornale. Eh, ma lo stile dei caratteri è diverso. Eh, ma è sparito il rettangolo blu scuro che faceva da sfondo al nome della testata. Eh, ma pure il prezzo è cambiato, ma è lo stesso.
Eh, ma il padrone...