giovedì 23 luglio 2009

Chi si ferma...si ritrova. Forse...

Comincio con una domanda, che fa tanto dialogo interpersonale. Diciamo che oggi mi sento socievole. Siete mai rimasti appiedati in autostrada? Siete mai rimasti "strachiantati" sul far della notte, costretti a dire pure grazie alla fortuna, perchè planati sulla corsia di emergenza, con l'alternatore della batteria della macchina che dice: NONEEEEEEEEEEE?
Benvenuti nel mio viaggio di ritorno a casa. *****************************************************************************
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(Serie di parolacce irripetibili che lascio alla vostra immaginazione: fate voi, ché la fantasia aiuta sempre).
Poveri noi, profughi abbarbicati alla colonnina dell'SOS, unica speranza il pulsante con la chiave inglese (?), a lanciare un Save Our Souls che 'stavolta non basta. Chissà quando basterà.
Attendiamo il carrattrezzi, che ci recuperi dal pizzo dimenticato di mondo in cui l'indispensabile ha scelto di fermarsi.
Con la testa fuori dal finestrino, all'insù, ringrazio con un sorriso il buio per avermi lasciato almeno le stelle da guardare. Milioni a farmi compagnia, la viva pace dell'universo consola come poche altre cose conosciute.
I telefoni fremono, in mezz'ora di chiacchiere varie, poi qualcosa si muove. Qualcuno arriva: un tipo strafatto di Dio solo sa cosa, che tira su col naso come un indemoniato. Siamo certamente in buone mani. Quelle di Dio che ci ha mandato un indemoniato. La pietà non è di questo mondo, per me, nulla più di una conferma. Fa tutto lui e la dignità di uomini si scioglie come ghiaccio al sole della necessità. Quando incontri una persona che ha bisogno d'aiuto, pensa prima a quando ne avrai bisogno tu. E' una buona regola, forse per questo nessuno la segue, mai.
Gentilmente ci minaccia di lasciarci con l'auto in panne in mezzo ad una strada (poi si rifarà, mi shkuso per l'eventuale equivocabile). Poi, l'hotel.
Non mi spiego come ci si possa arrendere a non decidere. Ci vuole l'ingenuità degli altri per capire la propria, perchè fuori di te, se l'hai davanti agli occhi, la vedi e allora la riconosci.
Passa una notte quasi insonne, la rabbia non mi lascia andare e mi dimentico anche di poter contare le mie stelle.
Se dici la verità sei maleducato. Se sei sincero, di solito, non capisci niente. Probabilmente è vero, se per capire intendi non capire, se per capire intendi stare al mondo. Io non ci sto al mondo, non così. Peccato questo sia quasi l'unico che abbiamo e per uscirne non basterebbe il viaggio più lungo. Resto comunque fuori, chiudete pure la porta, non mi offendo. Stare dalla parte giusta è una maledizione, se sei solo, puoi star certo di avere innanzi la retta via.
Si può riuscire a cambiare una persona? Forse puoi scansarti un momento e far sbirciare un poco la vita tua, tornerà indietro.
Fa un caldo totale, di quelli che ti spolpano in piedi. La sorte, che non perde occasione per fare della sana ironia, ti sbatte tra gente troppo lontana e, forse proprio per questo, hai la sensazione che ti sia sempre troppo vicina. La sorte, dicevo, ti mette accanto ad una trattoria che si chiama "Il gatto nero" e se la gode attraverso i suoi occhi gialli, la tua passione. Chissà quante risate.
Continuo a parlare e sono stanca di non stancarmi mai. Scelgo me. Sceglierò sempre me.
Fisso dritto lo sguardo del destino, lui fissa me, come a dire: "e ora che fai?".
"Credevo di essere stata chiara: chiudi quella fottuta porta".

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