sabato 20 ottobre 2007

Ride bene, chi ride in web!



Quando sembrava che tutto fosse già stato fatto e visto, ecco che la tecnologia torna a stupire. La sensazione che la rivoluzione sia già in atto si percepisce guardando il gigantesco schermo che campeggia alle spalle dei candidati democratici al governo degli Stati Uniti, l'ultima diavoleria dell'era informatica, capace di stringere l'America in una stanza. Parola d'ordine: interattività. Non importa quanto tu sia lontano, perchè oggi puoi partecipare, esserci, in voce e immagine: i limiti che eravamo abituati a rispettare, sono superati con un "click" ed una web cam. C'è ancora da meravigliarsi se ad apparire sullo schermo è il visetto rubicondo di un bambino felice?; ebbene si, se questo accade nel bel mezzo di un dibattito politico, che, si suppone, sia serio e in grado di fornire risposte efficaci al popolo in procinto di scegliere la sua guida. Allora ci si rende conto di quanto sia vero che l'unica regola è che non ci sono regole. Con l'intento di disorientare l'intera platea e scatenare una sorta di impazzimento del sistema e della "scaletta", un padre, presumibilmente, punta l'obiettivo della cam sul figlio, impegnato a farsi della grasse risate. E' legittimo, a questo punto, domandarsi quale fosse il suo obiettivo: creare, semplicemente, un diversivo che stemperasse la serietà dell'occasione o inviare un messaggio chiaro ai destinatari della serie: "fate ridere", utilizzando l'arma stessa di un'opaca ironia. Certo è che tutti hanno sorriso di gusto dinanzi a questo spettacolo imprevisto, forse senza porsi troppe domande al riguardo.
In meno di un minuto, questo video mostra che la tecnologia informatica rotola a valanga verso nuovi orizzonti, ad una velocità inafferrabile. Tutto ciò risulta ancora più straordinario, se si pensa che il Web 2.0 non rappresenta tanto l'ultimo traguardo raggiunto, quanto il nuovo start dello sviluppo di metodologie e applicazioni software, che hanno come obiettivo la condivisione e la collaborazione tra individui.
Dimentichiamo i tempi in cui ci era concesso essere solo impotenti spettatori, perchè è venuto il momento di agire e, soprattutto, interagire.

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